Dizionario-interculturale

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Qualità che distingue un suono dall’altro in base alla sua frequenza. A livello globale, l’organizzazione dei suoni secondo ritmi e altezze determinate produce fatti sonori (melodie) molto spesso utili alla comunicazione interculturale. Ciò si realizza grazie all’indubbio potere psicologico dei suoni che riescono a produrre significati universalmente comprensibili al di fuori del linguaggio verbale. Nell’ambito […]

È un’emozione inventata dallo scrittore David Foster Wallace per descrivere il disagio che si prova nel concedere spazio all’interpretazione altrui. Indica quella reattività quasi fobica di fronte alla ambiguità creata dalle molte definizioni o interpretazioni utilizzate per un solo concetto e che finiscono per essere ridondanti ma non chiarificatrici.     

Mette in discussione il concetto di una diffusione organica da un centro omogeneo di un modo di pensare e di operare omogeneo. Lo stesso raggio luminoso passando per i prismi diversi produce rifrazioni di luce diversa: se si vuole la stessa rifrazione occorre tutta una serie di rettificazioni dei singoli prismi che modificano l’angolo di

È la disciplina che ha per oggetto l’arte della combinazione simultanea di suoni diversi che nella cultura del pensiero occidentale è entrata in diretto rapporto con le speculazioni cosmogoniche e cosmologiche dei presocratici con particolare riferimento alla scuola pitagorica (VI sec. a. C.). Utilizzare un coro per mettere insieme individui di provenienze culturali ed etnie diverse

Complesso di strumenti (drum set) a percussione nato con l’affermarsi della musica afroamericana e in particolare con il jazz e con la peculiarità africana di gestire fatti poliritmici. La batteria consente infatti a un unico suonatore di utilizzare simultaneamente un vasto assortimento di strumenti percussivi. La batteria, strumento sotto gli occhi di tutti e utilizzato

Se è vero che la Convenzione di Faro sancisce il legame tra valore del patrimonio e comunità, questo non ci aiuta a superare la visione dicotomica “noi” e “gli altri” se la comunità stessa si percepisce come un sistema chiuso, dato, immobile, scarsamente permeabile. L’unico modo per affermare e tradurre in pratica il valore processuale,

Questo ultimo concetto è piuttosto una riflessione, rispetto ai precedenti concetti che sono inanellati in una filiera logica. È un ossimoro che taoisticamente compone un tutto. Binomio spesso presente in molti di noi, forse tutti, sicuramente presente in chi lascia la propria terra per motivi di fuga o persecuzione. Così come è grandissimo il coraggio di

L’intercultura è un processo (non un fine!) che coinvolge le persone di varie culture su un piano di assoluta parità. È un processo generativo che dalla diversità crea bellezza e mette in moto nuovi saperi. Promuovere il dialogo interculturale significa saper ascoltare e riconoscere punti di vista diversi del patrimonio che ci circonda. Il dialogo

La distanza gerarchica può essere definita come l’ambito in cui le persone che hanno meno potere in un’organizzazione e in un paese sono disposti ad accettare che il potere sia distribuito inegualmente. In culture in cui la distanza gerarchica è piccola, è opinione comune che le ineguaglianze tra le persone dovrebbero essere minime, i genitori

Crea zone di contatto, nuove conoscenze, spazi di incontro e dialogo, nuovi patrimoni culturali. In questo periodo politico e sociale così difficile, in cui ogni occasione diventa pretesto per speculare sulle paure delle persone e allontanarci gli uni dagli altri, dobbiamo metterci tutti in prima fila e riconcepire i valori della diversità, promuovendone e diffondendone

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