Dizionario-interculturale

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Qualità che distingue un suono dall’altro in base alla sua frequenza. A livello globale, l’organizzazione dei suoni secondo ritmi e altezze determinate produce fatti sonori (melodie) molto spesso utili alla comunicazione interculturale. Ciò si realizza grazie all’indubbio potere psicologico dei suoni che riescono a produrre significati universalmente comprensibili al di fuori del linguaggio verbale. Nell’ambito […]

È un’emozione inventata dallo scrittore David Foster Wallace per descrivere il disagio che si prova nel concedere spazio all’interpretazione altrui. Indica quella reattività quasi fobica di fronte alla ambiguità creata dalle molte definizioni o interpretazioni utilizzate per un solo concetto e che finiscono per essere ridondanti ma non chiarificatrici.     

Mette in discussione il concetto di una diffusione organica da un centro omogeneo di un modo di pensare e di operare omogeneo. Lo stesso raggio luminoso passando per i prismi diversi produce rifrazioni di luce diversa: se si vuole la stessa rifrazione occorre tutta una serie di rettificazioni dei singoli prismi che modificano l’angolo di

È la disciplina che ha per oggetto l’arte della combinazione simultanea di suoni diversi che nella cultura del pensiero occidentale è entrata in diretto rapporto con le speculazioni cosmogoniche e cosmologiche dei presocratici con particolare riferimento alla scuola pitagorica (VI sec. a. C.). Utilizzare un coro per mettere insieme individui di provenienze culturali ed etnie diverse

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