|2018| Con Plantae, i dispositivi partecipativi e visivi legati al mondo dell’arte contemporanea e della formazione diventano mezzi per avvicinare pubblici diversi ai temi scientifico e ambientale.

Le piante sono un elemento vitale per tutte le altre forme di vita sulla Terra. Tra i tanti “servizi ecologici” che svolgono c’è anche il contrasto all’inquinamento dell’aria e alla contaminazione di acqua e suoli. Il progetto Plantae, ideato da Climate Art Project, vuole sensibilizzare i cittadini romani sul ruolo dei vegetali nell’ecosistema e sull’importanza delle infrastrutture e delle aree verdi, anche cittadine, nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. La strategia adottata consiste nel creare un dialogo tra arte e scienza, storia e ambiente, ma anche tra cittadini comuni ed esperti, sull’importanza delle piante in relazione alla presenza dell’uomo sul territorio. Alcune piante ne diventano un emblema: il pioppo per il trattamento dei terreni contaminati da metalli pesanti, il girasole come fito-rimedio nella bonifica di uranio e radionuclidi, l’acacia per arricchire il terreno e aumentarne la capacità di degradare i contaminanti organici, le cannucce di palude per il trattamento delle acque reflue. 
ECCOM partecipa al progetto Plantae e svolge il laboratorio di storytelling “Le memorie del passato tra verde urbano e boom edilizio, il III Municipio e la riserva naturale del Parco dell’Aniene” e realizza un prodotto da diffondere attraverso Audio e video, con stralci di narrazioni di alcuni anziani del Parco delle Valli e Conca D’oro. Attraverso interviste effettuate a personaggi “chiave” del quartiere che costeggia il fiume Aniene a Montesacro si ricavano memorie, testimonianze, avvenimenti che hanno segnato le relazioni tra fiume e abitanti. Le storie fanno emergere alcuni focolai narrativi di rilievo, rispetto all’identità delle comunità del quartiere: il fiume; i luoghi significativi nelle storie personali e della popolazione; il passato come memoria, ma anche come percorso creativo verso il presente; le tradizioni come valori e come identità. Una storia è quella che racconta memorie del passato che diventano motore di un percorso di rivalutazione ambientale basato sul recupero e la conservazione del paesaggio fluviale: la comunità si adopera affinché non vadano perse le ultime tracce di una vita lungo il fiume e di una valenza ecologica che rischia di sparire; lotta per questo, opponendosi alla devastazione del cemento e delle superstrade e conquista “il Parco”, che a tutt’oggi alimenta e considera luogo restituito al quartiere, alla sua storia e ad un futuro dignitoso e sostenibile. Un’altra storia è quella che racconta la trasformazione con un rimpianto difficilmente sanabile: una comunità che scompare insieme ai luoghi. Vive il dramma della sparizione dei prati, dei campi “della libertà” e degli sfratti per far posto a nuovi palazzi e strade. Un’altra storia racconta di chi, arrivato quando già il quartiere era in trasformazione, lotta comunque per salvare residui di vita comunitaria, che ripropone bonificando una zona degradata e trasformandola in un Centro dove famiglie, anziani ed altri membri delle comunità si incontrano. Anche questa storia racconta di lotte per arrestare la cementificazione e conquistare uno spazio “gestito” semplicemente dagli anziani, che lo restituiscono non solo a loro stessi, ma ai giovani/bambini del quartiere, visionando anch’essi un futuro dignitoso per fiume e persone. 

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Gruppo di lavoro

Elisabetta Falchetti
Gianluca Petrillo

Partner di progetto

Climate Art Project
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