Fabio Pennacchia e il peso dell’eternità

Il 30 giugno Fabio Pennacchia apre l’Atelier Il peso dell’effimera eternità, l’opera pensata per il progetto Live Museum, Live Change ai Mercati di Traiano.

Tre elementi – un cono di terracotta, un pendolo di terra cruda e una pianta di vite che cresce e abita il Piccolo Emiciclo dei Mercati di Traiano – danno corpo all’invito di Fabio Pennacchia a fermarsi in un atto di osservazione meditativa.

Il peso dell’effimera eternità è una metafora di vita, tra peso della gravità e leggerezza dell’esistenza. Una messa in scena di forze fisiche e intelligenza vegetale quale connubio ideale cui l’uomo è portato a tendere. Un’opera che riflette le tensioni vitali che agiscono sull’ambiente, un’indagine sulla percezione del tempo e sulla possibilità, per l’arte, di essere estensione della natura.

Bio
Fabio Pennacchia nasce a Latina nel 1983. Nel 2002 si trasferisce a Roma  per frequentare il corso di Laurea in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi Roma Tre. Tre anni dopo provoca l’incontro con l’artista Maurizio Mochetti con cui  collabora per cinque anni in qualità di assistente. Matura in lui l’interesse per la realizzazione di progetti legati alla rivitalizzazione della coscienza dello spazio attraverso opere sottili, intangibili come  l’installazione Piano di evacuazione – layer 00. Nel 2007 comincia il corso di Arte civica alla facoltà di Architettura di Roma Tre tenuto da Francesco Careri. Esperienza fondamentale per sviluppare una propria poetica della misura e della percezione, ripercorrendo la strada dell’esperienza Situazionista e della Land art. Nel 2011, è invitato a intervenire negli spazi del Museo dell’Altro e dell’Altrove (MAAM) nell’ambito del progetto Space Metropoliz, un esperimento di riqualificazione e di progettazione partecipata in un ex fabbrica occupata. L’esperienza degli Stalker lo incammina verso la strada della costruzione partecipata e dell’ architettura sostenibile portandolo a collaborare a numerosi progetti tra i quali “Costruir Junto” nel 2012, legato alla costruzione di un Auditorium presso l’ex fabbrica tessile ASA a Guimaraes (Portogallo), il workshop di auto-progettazione organizzato da “Butera cultural Farm” e “Dettofatto Lab”, presso Butera, in Sicilia nel 2013. In quegli stessi anni di formazione e pratica, sviluppa una serie di lavori, di approssimazioni all’opera vera (Calvino) che questionano la dimensione del segno nello spazio che prende corpo nell’oggetto simbolo della lente capace di racchiudere il paesaggio in un punto.Tale opera si sviluppa nel progetto piu ampio “enhanced vision”, rete di porti artistici sparsi nel mondo anche frutto degli incontri fatti nel quadro del suo lavoro in quanto coordinatore  di allestimenti di mostre d’arte con la Glocal Project srl con cui collabora per la promozione di mostre itineranti dal 2011.

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